Un fisco che non sia nemico

Tempo di primi bilanci per la riforma fiscale promossa dal governo di Giorgia Meloni, portata avanti non senza difficoltà dal viceministro all’Economia Maurizio Leo. Tante le misure finite sotto i riflettori dei professionisti e dei contribuenti. In primis il concordato preventivo biennale. Ma a tenere banco è anche la discussione sul nuovo Redditometro insieme a quella sul calendario fiscale e sulle semplificazioni. Sono questi i temi affrontati nel corso del Cnpr forum speciale “Fisco: lavori in corso per una riforma a misura di contribuente”, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca, che ha visto protagonisti Massimo Garavaglia (Lega), presidente della Commissione Finanze a Palazzo Madama; Antonio Misiani (Pd), vicepresidente della Commissione Bilancio del Senato, Vito De Palma, capogruppo di Forza Italia in Commissione Finanze a Montecitorio ed Emiliano Fenu, capogruppo del M5s In Commissione Finanze alla Camera. Nel corso del dibattito, introdotto da Anna Maria Belforte, il punto di vista dei professionisti è stato illustrato da Marco Cuchel, presidente dell’Associazione nazionale Commercialisti: “Abbiamo evidenziato una serie di criticità sul concordato preventivo come l’incongruenza rispetto all’eccessiva proposta dell’Agenzia delle Entrate per chi ha voti Isa fino all’8; abbiamo ricordato quanto sia importante ridurre il carico fiscale mettendo un tetto alle proposte dell’Agenzia; serve poi maggiore chiarezza rispetto al superamento dei 5mila euro di debiti con l’erario per poter aderire a questa misura; il tema  la decadenza per infortunio, malattia o decesso del contribuente nel periodo in cui c’è stata adesione alla proposta. E ancora bisogna rivedere il calcolo degli acconti spalmandoli a regime nel periodo d’imposta mantenendo il calendario fiscale del 2024 a regime anche nel 2025. Ci auguriamo ci sia ancora spazio per queste modifiche. Sul nuovo redditometro ho espresso la mia considerazione in commissione circa le modalità di accertamento che devono essere concentrate su spese certe, come ad esempio l’acquisto di beni mobili e immobili, togliendo le spese calcolate in modo statistico-induttivo. Bene ha fatto la Commissione a intervenire su questo punto. Sono convinto che proseguendo sulla strada del confronto potremo migliorare il fisco in Italia rendendolo più equo, sostenibile e meno ‘nemico’ dei contribuenti”.

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