VIDEO | Alluvione, a Idice “l’acqua è salita tre metri in 45 minuti”: parlano i residenti sommersi

BOLOGNA – “Questa è casa mia, o meglio quella che era casa mia. Questo è il balcone del pianoterra, e sotto ci sono tre metri d’acqua”. Comincia così il video di un residente di San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna, nella frazione di Idice, che dopo aver passato la notte “da sfollato” dopo le esondazioni dei fiumi a causa delle forti piogge degli ultimi due giorni, questa mattina è tornato nella sua abitazione, che si trova tra via del Fiume e via Ca’ Bassa, a poche decine di metri dalla via Emilia e a fianco dell’argine del fiume Idice. Nelle immagini, circolate su whatsapp all’interno dei gruppi cittadini, si vede la ripresa da un balcone da cui si vede sotto una distesa d’acqua.

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“L’unica cosa confortevole è che siamo riusciti a salvare il pianoterra”, prosegue il residente nel video, che parla di “tristezza” e che, prosegue, nonostante i danni evidenti che hanno riguardato cantine e garage, “il problema non sono neanche i soldi, ma quando torneremo dentro”.

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La situazione, racconta alla ‘Dire’ il residente, è degenerata nella notte all’improvviso in pochissimo tempo. Non c’erano le avvisaglie di un vero e proprio disastro, e invece… “Ho visto che la corrente del fiume era tre metri più bassa rispetto all’argine del nostro lato che è più alto di quello del lato opposto”. Argine tra l’altro “perfettamente intatto” in quel momento, per cui gli abitanti erano “relativamente tranquilli”. Poi di colpo, un rumore “forte di acqua che veniva lungo la strada e in tre quarti d’ora ce la siamo trovata alta tre metri”. La causa di questo cambiamento repentino, spiega, potrebbe venire dalla combinazione di come è conformato il terreno proprio dove sorgono le villette, una sorta di cunetta sotto il livello dell’acqua, e dal terreno di una cava poco distante che quando piove, si riempie d’acqua.

“Secondo noi il fiume ha tracimato, è entrato dentro la cava, ha fatto da ‘cassa di espansione’, e quando si è riempito ha inondato i campi attorno e quindi anche casa nostra”. L’anno scorso, invece, nel corso dell’alluvione di maggio, l’acqua nello stesso punto era salita “di soli 30 centimetri”. I garage e le taverne delle villette a ridosso dell’argine sono stati quindi completamente allagati. “I portoni metallici sono esplosi. Abbiamo tre macchine e alcuni scooteroni che non sono riusciti a uscire. E poi sotto ci sono caldaie, contatori, elettrodomestici: per questo abbiamo staccato la luce”. E ora i residenti hanno di fronte migliaia di metri cubi d’acqua, ancora lì.

“Sono venuti i Vigili del fuoco, molto cortesi e gentili, e con grande pazienza si sono prodigati- premettono i residenti- ma non c’erano mezzi a disposizione. Così ci siamo rivolti ai vigili urbani, che ci hanno ‘rimbalzato’ di nuovo ai Vigili del fuoco”. Addirittura, “ci hanno consigliato di chiamare una ditta di autospurghi a spese nostre, magari tenendo le ricevute” per eventuali rimborsi. Un residente con una sua idrovora si è messo all’opera da solo per pompare via l’acqua, “ma ci vogliono almeno una trentina di ore”. Oggi pomeriggio sono attesi i tecnici dell’Enel per sistemare i contatori. “Ma è inutile quando questi sono sommersi da tre metri d’acqua”. Per questo, denunciano, “è mancato un raccordo istituzionale. Io cittadino di San Lazzaro se ho bisogno di aiuto mi devo rivolgere a San Lazzaro”. Tra l’altro, ricordano, sull’argine del fiume “prima c’era una briglia che forma una cascatella per rallentare la velocità del fiume”, e che negli ultimi anni era in stato di “forte degrado e una parte semi-crollata”, motivo per cui “abbiamo fatto diffida a Comune, Regione e Protezione civile”, senza però ottenere risposta.

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