Al G7 Salute si parla di Dengue e del caso Fano: “La situazione è sotto controllo”

di Carlotta di Santo e Cristina Rossi

ANCONA – Focus sul focolaio Dengue di Fano nel corso del G7 Salute, i cui lavori sono iniziati oggi, giovedì 10 ottobre, ad Ancona, nella cornice delle Mole Vanvitelliana. E la regione Marche, quale location scelta per l’interministeriale presieduta dal ministro per la Salute Orazio Schillaci, non poteva che essere un’osservata speciale, proprio per quello che, a livello sanitario, le sta creando non pochi grattacapi nell’ultimo mese e mezzo.
E già alla vigilia della riunione dei ministri della Salute nel capoluogo marchigiano, il noto virologo Fabrizio Pregliasco, parlando del “caso Fano”, aveva invitato i rappresentanti di governo dei vari Paesi a “prendere atto di patologie che un tempo erano tropicali e oggi non lo sono più”. 

SCHILLACI: “DENGUE? IN ITALIA LA SITUAZIONE È SOTTO CONTROLLO”

“Per il momento la situazione è sotto controllo, ma anche la Dengue rappresenta un altro invito ad avere l’approccio ‘One Health’ nel quale fortemente crediamo. Tant’è che nella ristrutturazione del ministero della Salute abbiamo previsto un dipartimento che si occupa proprio di queste tematiche”. Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, interpellato dai giornalisti sul tema al termine della prima sessione del G7 Salute, che si è aperto oggi ad Ancona.

L’ISS: NELL’ULTIMA SETTIMANA A FANO FERMI A 121 CASI E NESSUNO NUOVO. FOCOLAIO DI 36 CASI IN UNA CITTÀ DELL’EMILIA ROMAGNA

In tutta Italia salgono a 625 i casi di dengue riscontrati dall’1 gennaio scorso, di cui 173 autoctoni. Lo afferma l’aggiornamento della dashboard sulle arbovirosi dell’istituto superiore di Sanità (Iss), secondo cui inoltre “nel focolaio principale, in provincia di Pesaro, non ci sono stati nuovi casi nell’ultima settimana“. Il riferimento è al focolaio di Fano, in provincia di Pesaro e Urbino. Nel dettaglio, “all’8 ottobre 2024 sono stati identificati diversi eventi di trasmissione locale del virus Dengue in Italia, il focolaio di maggiori dimensioni, con 121 casi di infezione, tutti sintomatici e con identificazione del virus Dengue di tipo 2 (DENV-2), è localizzato in un comune Comune della Regione Marche”, Fano appunto. Inoltre, “sono stati segnalati 2 casi nella Regione Toscana, con collegamenti epidemiologici ai casi della Regione Marche”. Il report segnala poi un altro focolaio italiano, di dimensioni più contenute (36 casi confermati con identificazione del virus Dengue di tipo 2 – DENV-2), identificato in un Comune della Regione Emilia-Romagna, non ulteriormente specificato, per il quale sono attualmente in corso indagini epidemiologiche.

RYAN (OMS): “NELLE MARCHE TREND PREOCCUPANTE, MA I VACCINI NON SONO NECESSARI”

Domande sulla Dengue sono state rivolte anche a Mike Ryan, direttore esecutivo del Programma per le Emergenze sanitarie dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel corso dell’interministeriale del G7 Salute. Ryan non ha indorato la pillola, sottolineando come il trend regionale sia preoccupante. “Nelle Marche quest’anno abbiamo visto una emergenza legata alla Dengue come minaccia per la popolazione”, ha spiegato così Ryan. “Non è una diffusione massiva, ma con 130 casi quest’anno di trasmissione locale, comparati con 82 dello scorso anno e zero dell’anno prima, il trend è preoccupante. Questo dimostra che le zanzare, ovvero il vettore di trasmissione, stanno diventando più prevalenti e diffuse“.
La malattia, ha spiegato Ryan, si muove “proprio con le zanzare e queste stanno cambiando, pungono anche di giorno e sono più aggressive. È quindi l’aumento della densità delle zanzare che sta creando un problema, questo anche a causa dei cambiamenti climatici. Ovviamente questo va messo in prospettiva. Anche in Europa, ad esempio in Francia, vediamo la stessa cosa. Più in generale, vediamo anche il ritorno della febbre del Nilo, del colera e della malaria. Dobbiamo ricordare che queste zanzare crescono più facilmente negli ambienti umani che nella natura, soprattutto negli invasi di acqua abbandonati. Dobbiamo cercare di non perdere il vantaggio in salute che abbiamo guadagnato rispetto a 50 o 100 anni fa. Se lasciamo che i vettori animali si espandano rischiamo però di perdere questo vantaggio. Ora- ha concluso- dobbiamo fare in modo che malattie del passato non ritornino“.

Ci sono dei vaccini contro la Dengue sul mercato, ma credo che in questo momento in Italia non siano prioritari“. Così Mike Ryan, direttore esecutivo del Programma per le Emergenze sanitarie dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, interpellato dai giornalisti sul tema oggi in occasione del G7 Salute in corso ad Ancona. “In Italia la Dengue, infatti, non è una malattia endemica e ci sono piccoli focolai– ha proseguito- Dunque non credo che una politica vaccinale sia necessaria. I vaccini sono una soluzione fantastica, ma allo stesso tempo ci sono soluzioni più facili ed economiche a partire dal controllo dei vettori“. Se la situazione invece dovesse peggiorare con migliaia di casi e con più decessi, allora “si dovrebbe prendere in considerazione la profilassi della vaccinazione”, ha concluso.

“CON IL FREDDO I CASI SCENDERANNO, BISOGNA IMPEDIRE CHE IL PROBLEMA TORNI”

“Per le prossime settimane è probabile che l’incidenza dei casi di Dengue a Fano decresca per l’arrivo del freddo. Dobbiamo però agire ora per impedire che il problema si ripresenti anche il prossimo anno, quindi bisogna ridurre il numero e la densità delle zanzare vettori e aumentare la conoscenza dei sintomi anche tra medici e infermieri, al fine di avere dei trattamenti precoci quando necessario”. A dirlo infine Mike Ryan, direttore esecutivo del Programma per le Emergenze sanitarie dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).

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