Favero (Pd): sul no alla diga sul Vanoi la Lega veneta arriva tardi

“Opera rischia di diventare un secondo Vajont”
Milano, 5 ott. (askanews) – “Le perplessità del presidente Zaia sulla Diga del Vanoi sono tardive. Da quando l’ipotesi di una diga sul Vanoi è sembrata un’opzione concreta, il Partito Democratico del Veneto e in particolar modo il PD della Provincia di Belluno assieme a tanti comitati e cittadini oggi riuniti a manifestare a Lamon, si è subito schierato contro questo progetto che rischia di diventare un secondo Vajont”. Lo ha detto Matteo Favero, Responsabile Ambiente e Infrastrutture del Pd Veneto in merito al “secco no” al progetto di diga sul Vanoi che arriva da amministratori, comitati e cittadini di Lamon (Belluno).
“La potenziale ubicazione dello sbarramento è infatti la franosa Val Cortella: un’area che la stessa Provincia Autonoma di Trento ha indicato nella Carta di sintesi della pericolosità come di livello di rischio massimo” ha aggiunto Favero, spiegando che “per combattere siccità e piene, spesso causate dal cambiamento climatico oggi sempre più evidente in Veneto, dobbiamo costruire meno, terminare i dieci bacini di laminazione mancanti, implementare il piano ‘laghetti’ promosso dall’Anbi-Coldiretti, rendere i nostri territori nuovamente drenanti. La montagna veneta e le sue comunità – ha concluso l’esponente dem – non possono più far fronte alle necessità e gli errori di una gestione del territorio sbagliata e fatta specialmente in pianura da chi governa la regione da oltre venticinque anni”.

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