FOTO | Degrado Capitale, la stazione Anagnina tra rifiuti e abbandono aspetta il Giubileo

ROMA – Un tappeto di bottiglie, alcune quasi in posa per la foto d’effetto sul muricciolo di cinta, pezzi di vetro che brillano sotto il sole ovunque, lunghe scie di pipì tra le cancellate e le scale che in tanti attraversano per prendere bus e metro, panni sudici e maleodoranti distesi sopra i cespugli o ai piedi degli alberi per quel giaciglio di fortuna lasciato poche ore prima, nelle notti delle risse e della paura. È Anagnina, la stazione capolinea della metropolitana di Roma, lo snodo tra la capitale e i Castelli romani che, di domenica mattina, mostra il suo grande piazzale grigio e rosso, brulica di bancarelle zeppe di merce che sembra usata, compare qualche nomade che porta bambini e carretti alla fontanella, qualcuno prega verso La Mecca e alcuni turisti girano in cerca di un bus.

Fino a poco tempo fa la domenica all’ora di pranzo si riuniva qui la comunità romena che organizzava barbecue, balli e canti e spesso l’alcol prendeva il sopravvento. “Ripulivano tutto- racconta alla Dire la donna bosniaca che vive a ridosso dell’ex campo della Barbuta- ma la Polizia- dice lei- ha detto basta”.
“Scrivete cose giuste”, tiene a raccomandare: “Qui sporcano i neri che vedete, non noi….”, aggiunge mentre va a riempire bottiglie alla fontanella e aggiunge: “non sono razzista”. Il nasone sporco sbuca tra le panchine che dovrebbero ospitare qualche passante e che sono invece assediate di rovi, di persone semi spogliate che sbucano dalle siepi, bevono birra e consumano pasti frugali, e di colonnine SOS fatte a pezzi, quelle con cui le donne in pericolo avrebbero potuto chiedere aiuto. Brandelli e fili penzolanti fanno più silenzio del silenzio.

Qualche giorno fa proprio qui c’è stata la visita delle commissioni capitoline: un sopralluogo per vedere qual è la situazione. “Ma di notte è peggio” racconta la donna bosniaca che si raccomanda: “Scrivete bene, scrivete cose vere”. Un tempo di ritorno dalla giornata di lavoro i pendolari trovavano sul piazzale il presidio di Strade Sicure che nelle ore più tarde, quando si rincasa ed è già buio, era un’oasi di sicurezza e un deterrente. Ora forse ci saranno i poliziotti underground, ma intanto la vecchia Anagnina, in una domenica ordinaria, povera e tutta profana, aspetta l’Anno santo.

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